L’installazione di un sistema di videosorveglianza a casa è un passo fondamentale per garantire la sicurezza del tuo ambiente domestico, ma è anche importante sapere quali normative devi rispettare per evitare problemi legali, soprattutto in tema di privacy.
Se stai pensando di proteggere la tua casa con delle telecamere, ecco ciò che devi sapere per farlo nel rispetto delle leggi italiane ed europee.
Casa indipendente: cosa prevede la normativa
Chi vive in una casa indipendente gode di maggiore libertà nell’installazione di un impianto di videosorveglianza, ma deve comunque rispettare i principi stabiliti dal GDPR e dalle norme italiane sulla privacy.
Aree riprese
Le telecamere possono inquadrare solo aree di esclusiva proprietà, come l’ingresso, il giardino o il vialetto di casa. È vietato riprendere aree pubbliche (come strade, marciapiedi o piazze), salvo casi particolari, che devono essere giustificati da esigenze specifiche e supportati da autorizzazioni.
Segnaletica
Anche se non obbligatoria per legge in ambito privato, l’installazione di cartelli che segnalano la presenza di un impianto di videosorveglianza è consigliata per trasparenza e a tutela di eventuali terzi che potrebbero essere ripresi accidentalmente.
GDPR e durata delle registrazioni
Le registrazioni devono essere conservate per un massimo di 48 ore, salvo casi eccezionali (ad esempio, indagini in corso), e possono essere visionate solo da persone autorizzate, come le Forze dell’Ordine.
Codice Civile e principi di legittimità
La normativa italiana si basa su quattro principi fondamentali:
- Legittimità: l’impianto deve essere installato per scopi legittimi, come proteggere l’abitazione.
- Proporzionalità: deve essere utilizzato quando altre misure (es. recinzioni) non sono sufficienti.
- Finalità: le telecamere devono essere utilizzate esclusivamente per la sicurezza della proprietà.
- Necessità: devono essere riprendese solo le aree strettamente indispensabili per lo scopo prefissato.
Condominio: regole più restrittive
In un condominio, la videosorveglianza è regolamentata in modo più rigido per garantire il rispetto della privacy degli altri condomini. Le disposizioni principali sono contenute nell’articolo 1122-ter del Codice Civile, introdotto dalla riforma del condominio, e dalle linee guida del GDPR.
Aree riprese
- È consentito a un singolo condomino installare videocamere che riprendano esclusivamente le sue pertinenze private (es. porta d’ingresso, balcone, finestre).
- È vietato inquadrare aree comuni (pianerottoli, cortili, scale o garage condivisi) o proprietà di altri condomini senza il loro consenso.
Impianti condominiali
Se il condominio decide di installare un impianto di videosorveglianza per le aree comuni:
- Serve il consenso dell’assemblea condominiale con voto favorevole di almeno il 50% dei millesimi.
- L’impianto deve rispettare il GDPR, incluse le regole sulla gestione dei dati e la durata delle registrazioni.
- È obbligatorio posizionare cartelli che segnalino la presenza delle telecamere e specificare chi gestisce i dati raccolti.
Cartellonistica
Se le telecamere riprendono anche parzialmente aree comuni, è obbligatorio apporre cartelli di area videosorvegliata. Questi devono essere ben visibili, posti prima del raggio d’azione delle telecamere e riportare informazioni sul titolare del trattamento dei dati.
Durata delle registrazioni
Anche per gli impianti condominiali, le registrazioni devono essere conservate per un massimo di 48 ore, salvo particolari esigenze documentate.
Videosorveglianza e violazione della privacy
Installare un sistema di videosorveglianza, sia in una casa indipendente che in un condominio, comporta il rischio di violare la privacy altrui. Le principali violazioni si verificano quando:
- Le telecamere riprendono spazi pubblici o aree non di pertinenza.
- Non vengono rispettate le regole sulla conservazione dei dati.
- Non vengono apposti i cartelli obbligatori in caso di riprese di aree comuni.
Chi viola queste regole può essere soggetto a sanzioni amministrative e, in casi gravi, anche penali.